La battitura a Bastia Umbra, si rievoca tradizione dai Paffarini Si terrà domenica 10 luglio, dalle ore 15 al “villaggio” di via Cambogia a Bastia, una ricostruzione storica della tradizionale “battitura”, sulla base di una ricca collezione appena restaurata di attrezzature per il lavoro dei campi. E si vedranno dunque all’opera un “Landini 45”, una trebbia “Samm”, una mietilega “Bcs”, una ricca collezione di trattori storici e perfino un carro originale trainato da buoi di razza chianina, addestrati per l’occasione, a ricalcare la fatica dei loro progenitori.
“È un modo per recuperare e sottolineare l’importanza della tradizione, e anche di ricordare la storia della nostra famiglia”, dicono i Paffarini, una famiglia assai numerosa, originaria di Pilonico Paterno traferitasi a Bastia negli anni ’50 per curare la terra di una nota famiglia di proprietari terrieri ed in seguito trasformatisi in imprenditori edili, senza però mai dimenticare le proprie radici. La festa proseguirà fino a tarda sera tra le note di musicisti e stornellatori. Da Fabio degli Esposti
La trebbiatura (battitura) del grano, oltre a rappresentare una molteplicità di aspetti legati alla tradizione, costituiva uno dei momenti più importanti dell’annata agraria, quello con il quale si conclude un intero processo produttivo. Il grano costituiva, per la maggior parte dei poderi, il principale prodotto. Questo è certamente il motivo per cui si individuano nella fase di trebbiatura del grano una molteplicità di significati, soprattutto di carattere simbolico. Per lo svolgimento di quest’attività vigeva una regola di reciproco scambio di lavoro: i membri di diverse famiglie si aggregavano, prima in un podere, poi nell’altro. Da un punto di vista tecnologico la trebbiatura costituisce il momento finale del lavoro di un intero anno, del quale qui sarà sufficiente tracciarne brevi linee. L’anno agrario ha inizio in autunno, con i lavori di aratura.
A seconda della zona territoriale, dell’apparato tecnico a disposizione, della disponibilità di “braccia”, ma anche di coppie di buoi, questa operazione poteva svolgersi in maniere differenti. Nelle aree pianeggianti, dove i campi sono molto ampi la trebbiatura poteva essere svolta, per poter raggiungere una maggiore profondità della terra, attraverso un traino costituito da più coppie di buoi, fino ad arrivare alle tecniche, all’inizio del secolo estremamente innovative, dell’ aratura elettrica, nella quale la forza trainante era ricavata da potenti motori elettrici che attraverso dei cavi muovevano l’enorme aratro verso gli opposti bordi del campo.
Seguivano le altre operazioni come la semina, lo spargimento del concime e l’interramento del seme. Tutte queste attività, che nel passato venivano svolte prevalentemente facendo uso della forza delle braccia, richiedevano una notevole quantità di tempo. In seguito al processo di meccanizzazione dell’agricoltura, con l’introduzione delle moderne macchine, le stesse operazioni hanno richiesto un impegno minore, sia dal punto di vista fisico, sia da quello relativo ai tempi delle singole lavorazioni.
La trebbiatura
Paolo Nardini
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