Piazza dello Spedalicchio si può fare, lo dice anche la storia
di Claudia Lucia
In questi giorni vi è, per la verità solo sui quotidiani, un dibattito tutto ospedalicchiese, attorno alla ventilata possibilità di rinominare la piazza centrale di Ospedalicchio, oggi piazza Bruno Buozzi, in piazza dello Spedalicchio, rispolverando dagli archivi l’antico toponimo. Le motivazioni storiche sono salde e pienamente condivisibili: si tratta di una operazione di recupero della storia del borgo che nulla ha a che vedere con il revisionismo storico, ipotizzato da alcuni.
L’iniziativa è finalizzata esclusivamente alla perpetuazione della memoria delle origini del paese, oggi popoloso centro in rapidissima trasformazione da agricolo – residenziale a rilevante polo manifatturiero e commerciale.
Non si può, tuttavia, non osservare come in passato la toponomastica della frazione di Ospedalicchio abbia subito operazioni drastiche di cancellazione della tradizione e della storia locale. Basti pensare all’intitolazione di via Traversa, oggi per un tratto chiamata via Hanoi e per l’altro via dell’Aeroporto. Strada di collegamento diretto tra Brufa e Petrignano, venne spezzata in due dal tracciato della superstrada E45 e per un ampio tratto cancellata dalla pista aeroportuale.
Essa sì era verosimilmente originata dalla centuriazione romana del territorio e nel periodo medievale e rinascimentale aveva rappresentato il confine tra i comuni di Perugia e di Assisi. Portava quel nome da tempo immemorabile e i due nuovi titoli ne hanno offuscato la millenaria storia.
Analogamente si potrebbe dire di via Andrea Costa, un tempo chiamata molto più semplicemente “Strada del Vicinato di Ospedalicchio”, nome che identificava contemporaneamente via ed abitato.
Ma l’esempio più lampante è l’intitolazione a Emilio Donati della cinquecentesca via Ghisleria, la cui storia è ampiamente documentata ed il cui nome le fu attribuito direttamente da monsignor Pietro Ghisleri, governatore di Perugia quando nel 1577 decise di provvedere alla sistemazione della strada da Perugia a Bastia e Santa Maria degli Angeli. La strada attraversava il borgo fortificato dello Spedalicchio ed a memoria dell’opera egli stesso fece collocare sulle torri all’ingresso del paese due lapidi, ben visibili ancor oggi, che riportano la scritta “via Ghisleria”.
Via Ghisleria è unica ed il nome si lega alla storia secolare di un borgo ed una comunità. Fu un’operazione quantomeno superficiale quella di cambiare il nome ad una via che il nome ce lo aveva, bellissimo ed unico, da oltre quattrocento anni.
Pertanto non può che essere lodata e sostenuta la volontà di quanti hanno desiderio di recuperare gli antichi toponimi per cristallizzarli, quale patrimonio culturale immateriale di una comunità: nomi di luoghi, strade e piazze che hanno attraversato indenni secoli, in alcuni casi, millenni, e giungono a noi come tracce preziose di inestimabile valore antropologico.
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