Bastia for Christmas, Stefano Frascarelli espone nella chiesa museo di Santa Croce
Sono campiture libere le sue, non costrette da un disegno preventivo scrive Domenico Iaracà su Art Vibes
La chiesa museo di Santa Croce, nel centro storico di Bastia Umbra, offrirà un saggio della recente produzione dell’artista assisiate Stefano Frascarelli. «L’Amministrazione è lieta di ospitare questa personale di arte contemporanea all’interno del cartellone Bastia for Christmas ed in uno dei luoghi storici più belli della città – dichiara l’assessore alla Cultura, Claudia Lucia. La mostra dopo Bastia si trasferirà a Vicenza ed in marzo sarà a Napoli, per le giornate di primavera del Fai». Dopo un periodo in cui Frascarelli si è dedicato ad opere a tema paesaggistico dalle atmosfere sempre più rarefatte e non prive di significati simbolici, la produzione più recente dell’artista vira verso opere informali in cui macchie di colore coprono superfici trasparenti che lasciano quindi trapelare ancora la luce, nonostante lo strato di colore.
LE OPERE
Sono campiture libere le sue, non costrette da un disegno preventivo scrive Domenico Iaracà su Art Vibes. Colature che spesso si sovrappongono sui supporti donando quindi all’opera un ulteriore aspetto materico. Suggestiva la collocazione delle sue opere in occasione della mostra che si inaugura martedì 8 dicembre, così come in quella precedente: opere d’arte del valore indiscusso e che hanno attraversato i secoli per giungere fino a noi intrattengono un dialogo serrato con quelle che l’artista crea di volta in volta per i rispettivi eventi espositivi. Se nelle prime, risalenti ai secoli precedenti, a prevalere è la forma iconica e le immagini ben riconoscibili, in Frascarelli è centrale la suggestione cromatica che queste suscitano. Ma non è la ripresa meccanica, la citazione dei colori delle opere ispiratrici, non è la contrapposizione dei colori complementari, è piuttosto l’espressione libera della sensibilità dell’artista delle sue sensazioni.
AD ASSISI
Se in occasione della mostra al Foro Romano e alla Cripta di San Rufino era stato facile ritrovare un richiamo simbolico nei colori, il rosso della toga o del sangue che richiamava le cruente vicende della guerra civile combattuta in questi luoghi in epoca romana, o il richiamo verso l’alto nelle opere di più marcato significato religioso, qui non cercheremo di seguire nuovamente questo percorso. E non perché non ci sia, ma perché non è così meccanico, predeterminato, l’intento seguito dall’artista. È semmai espressione libera della propria sensibilità.
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