Forini del Club Subacqueo Thalassa di Perugia punta l’indice: “Erano esperti e allenati” “Affittate solo le bombole da quindici litri”

Rassegna stampa del Corriere dell’Umbria
PERUGIA Al Club Subacqueo Thalassa di Perugia, in via del Granito numero 2 di Olmo, ieri le porte sono rimaste chiuse. Proprio qui Fabio Giaimo, Enrico Cioli e Gianluca Trevani avevano costruito la loro passione. E proprio qui era partita la spedizione alle isole Formiche, nel tratto che costeggia la costa toscana in provincia di Grosseto. Un gruppetto che si era costituito in fretta e che solo poco tempo fa si era ritrovato nel mare dell’Egitto. Tra loro anche Mauro Gradassi, una delle anime del club. Che non vuole sentir parlare di assurda coincidenza.“Stiamo parlando di sub esperti, gente che aveva alle spalle un’infinità di immersioni. No, deve essere sopraggiunto qualche fattore scatenante esterno”. Ha per- so l’amico di sempre, il medico Giaimo. “Ero ad aspettarlo, su una barca. Ho capito subito che era successo qualcosa di grave”. Proprio il 57enne, il primo ad accusare il malore mortale,era uno dei coordinatori del club. “Si dava da fare per tutti. Qui aveva preso il brevetto. Era un punto di riferimento per molti”. Ha affidato il suo pensiero invece a Facebook Roberto Forini, altro rappresentante del Club Subasqueo perugino. Che ha precisato quanto segue: “Siamo letteralmente sconvolti. – dice rivolgendosi a simpatizzanti e iscritti – Però vogliamo far presente il tipo di immersione fatta domenica scorsa sul Tirreno. Il nostro gruppo ha effettuato una normalissima immersione ricreativi, con profili in limite di curva senza obblighi di deco. Nessuno ha ‘pallonato’ nè tantomeno è sprofondato superando i limiti imposti. Tutti i sub erano a dir poco esperti, ben addestrati e soprattutto allenati. Le vere cause della tragedia saranno sicuramente messe in luce dalle indagini che sono già state avviate”. Ma non finisce qui. “Gianluca, Fabio e Enrico stavano utilizzando come detto una configurazione prettamente ricreativa con attrezzatura di loro proprietà. Le uniche cose affittate presso il Diving toscano erano le bombole da quindici litri già caricate dallo staff tecnico del centro stesso. Il gruppo è partito unito, ma durante l’immersione si è diviso in coppie secondo gli accordi presi in precedenza”.

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